Sirio 19-25 marzo 2024
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Lezionario un anno dopo

L’impegno dei parroci di fronte al cambiamento

Si entra in contatto con letture mai ascoltate prima, anche se non mancano le difficoltà: «All'atteggiamento del sacerdote è legato il tipo di accoglienza da parte dei fedeli»

Stefania CECCHETTI Redazione

27 Novembre 2009
VILLA D'ADDA - CENTENARIO DELL' ISTITUTO DELLE SUORE DI PESCHIERA IL VESCOVO MONS. ROBERTO AMADEI    
PHOTO MAGNI PER LA PROVINCIA  8-09-2001

Tanta Bibbia in più, ma con un po’ più di fatica. Potremmo riassumere così gli umori dei parroci che, ormai da un anno, si trovano a gestire una vera e propria svolta liturgica, quella determinata dall’introduzione del nuovo Lezionario ambrosiano.
L’esperienza di don Luigi Conti, parroco a Sant’Ambrogio in Merate, è positiva: «I fedeli hanno accolto il nuovo libro liturgico con grande curiosità e interesse, per diversi motivi, primo fra tutti l’ampio spazio dato alla Parola: il Lezionario ha un buon 20 per cento di letture in più rispetto al passato, il che significa entrare in contratto con pagine mai ascoltate prima. Inoltre l’uso della nuova traduzione della Bibbia invita a familiarizzare con una terminologia nuova, non di abitudine comune, raffinata ed esclusiva».
Anche secondo don Orazio Antoniazzi, vicario parrocchiale nella comunità pastorale di San Paolo Apostolo a Senago, il nuovo Lezionario «offre uno sguardo panoramico più ampio sull’intero percorso biblico», ma, secondo lui, questa vastità presta il fianco ad alcuni problemi: «I testi mi sembrano più difficili. Certo, si tratta sempre della Parola di Dio, ma non tutti i brani biblici hanno lo stesso valore liturgico. Mi sembra che molti testi parlino con fatica alla gente normale e al nostro tempo».
Quanto a un’altra novità, il fatto che le tre letture della Messa ruotino attorno a un’unica tematica, secondo don Antoniazzi è andata a scapito della cosiddetta “lectio continua” della Parola. Invece don Angelo Zardoni, parroco al Sacro Volto di Milano, ha letto come un arricchimento l’omogeneità tematica delle letture, fermo restando che «bisogna masticare molto la Parola e mettersi in atteggiamento positivo di fronte a questo Lezionario». Del resto, sottolinea don Zardoni, «all’atteggiamento del sacerdote è legato molto anche il tipo di accoglienza dei fedeli. Se un sacerdote si è trovato smarrito di fronte al nuovo Lezionario è difficile che possa trasmetter fiducia alla sua gente».
Tra le novità più interessanti don Zardoni cita anche la divisione dell’anno liturgico: «L’introduzione di nuovi tempi, scanditi da episodi inusuali, mi sembra una ricchezza interessante». Mentre don Antoniazzi si chiede «quanto possa essere vicino al modo con il quale i fedeli vedono il cammino di un anno la decapitazione di Giovanni il Battista ».
Ma il cambiamento che forse ha rivoluzionato di più le abitudini dei fedeli è la celebrazione solenne della vigilia, almeno nelle parrocchie dove questo invito è stato accolto. Sant’Ambrogio in Merate è una di queste: «La liturgia vigiliare è un messaggio forte che arriva alla comunità – spiega don Conti -. Apre solennemente la domenica e aiuta a cogliere l’importanza del giorno del Signore. L’inizio del rito al buio colpisce molto e convince la gente, che arriva addirittura dalle parrocchie limitrofe per vedere di cosa si tratta. È una bella esperienza di preghiera, solenne e tranquilla, né affettata né affrettata». Un successo che la comunità ha voluto suggellare investendo nella creazione di un sussidio ad hoc per le celebrazioni vigiliari. Tanta Bibbia in più, ma con un po’ più di fatica. Potremmo riassumere così gli umori dei parroci che, ormai da un anno, si trovano a gestire una vera e propria svolta liturgica, quella determinata dall’introduzione del nuovo Lezionario ambrosiano.L’esperienza di don Luigi Conti, parroco a Sant’Ambrogio in Merate, è positiva: «I fedeli hanno accolto il nuovo libro liturgico con grande curiosità e interesse, per diversi motivi, primo fra tutti l’ampio spazio dato alla Parola: il Lezionario ha un buon 20 per cento di letture in più rispetto al passato, il che significa entrare in contratto con pagine mai ascoltate prima. Inoltre l’uso della nuova traduzione della Bibbia invita a familiarizzare con una terminologia nuova, non di abitudine comune, raffinata ed esclusiva».Anche secondo don Orazio Antoniazzi, vicario parrocchiale nella comunità pastorale di San Paolo Apostolo a Senago, il nuovo Lezionario «offre uno sguardo panoramico più ampio sull’intero percorso biblico», ma, secondo lui, questa vastità presta il fianco ad alcuni problemi: «I testi mi sembrano più difficili. Certo, si tratta sempre della Parola di Dio, ma non tutti i brani biblici hanno lo stesso valore liturgico. Mi sembra che molti testi parlino con fatica alla gente normale e al nostro tempo».Quanto a un’altra novità, il fatto che le tre letture della Messa ruotino attorno a un’unica tematica, secondo don Antoniazzi è andata a scapito della cosiddetta “lectio continua” della Parola. Invece don Angelo Zardoni, parroco al Sacro Volto di Milano, ha letto come un arricchimento l’omogeneità tematica delle letture, fermo restando che «bisogna masticare molto la Parola e mettersi in atteggiamento positivo di fronte a questo Lezionario». Del resto, sottolinea don Zardoni, «all’atteggiamento del sacerdote è legato molto anche il tipo di accoglienza dei fedeli. Se un sacerdote si è trovato smarrito di fronte al nuovo Lezionario è difficile che possa trasmetter fiducia alla sua gente».Tra le novità più interessanti don Zardoni cita anche la divisione dell’anno liturgico: «L’introduzione di nuovi tempi, scanditi da episodi inusuali, mi sembra una ricchezza interessante». Mentre don Antoniazzi si chiede «quanto possa essere vicino al modo con il quale i fedeli vedono il cammino di un anno la decapitazione di Giovanni il Battista ».Ma il cambiamento che forse ha rivoluzionato di più le abitudini dei fedeli è la celebrazione solenne della vigilia, almeno nelle parrocchie dove questo invito è stato accolto. Sant’Ambrogio in Merate è una di queste: «La liturgia vigiliare è un messaggio forte che arriva alla comunità – spiega don Conti -. Apre solennemente la domenica e aiuta a cogliere l’importanza del giorno del Signore. L’inizio del rito al buio colpisce molto e convince la gente, che arriva addirittura dalle parrocchie limitrofe per vedere di cosa si tratta. È una bella esperienza di preghiera, solenne e tranquilla, né affettata né affrettata». Un successo che la comunità ha voluto suggellare investendo nella creazione di un sussidio ad hoc per le celebrazioni vigiliari.