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4 novembre

San Carlo, riflessione sul celibato sacerdotale

Mercoledì l'Arcivescovo presiederà il Pontificale in Duomo e pronuncerà una omelia rivolta in particolare ai presbiteri della Diocesi

2 Novembre 2009

Mercoledì 4 novembre, alle 17.30, nel Duomo di Milano, il cardinale Dionigi Tettamanzi presiederà il Pontificale nella solennità di San Carlo Borromeo. È ormai consuetudine che in questa celebrazione eucaristica, in cui si fa memoria del compatrono (con Sant’Ambrogio) della Diocesi ambrosiana, l’Arcivescovo rivolga un messaggio di grande significato a tutto il clero ambrosiano. Quella di San Carlo, infatti, è una solennità che viene vissuta dalla Chiesa ambrosiana come un intenso momento di comunione ecclesiale e con una specifica sottolineatura.
Nel contesto di questo Anno Sacerdotale e di “riposo in Dio”, il tema dell’omelia dell’Arcivescovo è “Presbiteri e celibato per il Regno”. La riflessione del Cardinale, da quanto emerge dalle anticipazioni del testo, prenderà spunto dal Vangelo e in particolare dall’atteggiamento di Gesù buon Pastore. Per approfondire il significato del celibato sacerdotale, farà riferimento all’insegnamento e alla disciplina della Chiesa, che lo presenta come «segno dell’amore sponsale di Cristo per la Chiesa e della Chiesa per Cristo», riconoscendo, tuttavia, che non tutti lo capiscono. In conclusione, non mancherà l’invito ai preti di vigilare e perseverare, con un richiamo alla forza della fedeltà e alla testimonianza. Così scrive Benedetto XVI nell’esortazione Sacramentum caritatis: «Il celibato sacerdotale vissuto con maturità, letizia e dedizione è una grandissima benedizione per la Chiesa e per la stessa società».
Al termine della messa l’Arcivescovo si recherà nello “scurolo”, dove renderà omaggio al santo patrono della Diocesi di Milano, dopo Sant’Ambrogio. Il corpo di San Carlo Borromeo (1538-1584) riposa infatti in un’urna di cristallo e di argento, proprio sotto l’attuale altare maggiore nel cuore del Duomo, per cui ebbe particolari attenzioni. Lo trasformò nel centro liturgico della città e della Diocesi. Con la sua presenza e con la sua parola, San Carlo segnò la vita della Cattedrale: il popolo di Milano si abituò a vedere il proprio arcivescovo predicare in Duomo, celebrarvi le Messe solenni, distribuire la comunione, partecipare a processioni e funzioni varie, molte delle quali da lui istituite. Con la sua energica opera di riforma, in attuazione dei decreti del concilio di Trento, San Carlo diede veramente un impulso decisivo per il rinnovamento nella vita spirituale e istituzionale della Chiesa ambrosiana. Non solo i Cardinali, ma anche i Pontefici, nella storia hanno reso omaggio alle reliquie del santo e ogni anno, al 4 novembre, l’Arcivescovo celebra in Duomo un solenne Pontificale, durante il quale usa l’anello e il Pastorale dello stesso San Carlo.
L’invito al Pontificale di San Carlo, di mercoledì, è esteso a tutti i sacerdoti e diaconi, che per la partecipazione sono pregati di portare camice e stola bianca. Il testo dell’omelia Presbiteri e celibato per il Regno è pubblicato dal Centro Ambrosiano (pagine 60, euro 3.30). Mercoledì 4 novembre, alle 17.30, nel Duomo di Milano, il cardinale Dionigi Tettamanzi presiederà il Pontificale nella solennità di San Carlo Borromeo. È ormai consuetudine che in questa celebrazione eucaristica, in cui si fa memoria del compatrono (con Sant’Ambrogio) della Diocesi ambrosiana, l’Arcivescovo rivolga un messaggio di grande significato a tutto il clero ambrosiano. Quella di San Carlo, infatti, è una solennità che viene vissuta dalla Chiesa ambrosiana come un intenso momento di comunione ecclesiale e con una specifica sottolineatura.Nel contesto di questo Anno Sacerdotale e di “riposo in Dio”, il tema dell’omelia dell’Arcivescovo è “Presbiteri e celibato per il Regno”. La riflessione del Cardinale, da quanto emerge dalle anticipazioni del testo, prenderà spunto dal Vangelo e in particolare dall’atteggiamento di Gesù buon Pastore. Per approfondire il significato del celibato sacerdotale, farà riferimento all’insegnamento e alla disciplina della Chiesa, che lo presenta come «segno dell’amore sponsale di Cristo per la Chiesa e della Chiesa per Cristo», riconoscendo, tuttavia, che non tutti lo capiscono. In conclusione, non mancherà l’invito ai preti di vigilare e perseverare, con un richiamo alla forza della fedeltà e alla testimonianza. Così scrive Benedetto XVI nell’esortazione Sacramentum caritatis: «Il celibato sacerdotale vissuto con maturità, letizia e dedizione è una grandissima benedizione per la Chiesa e per la stessa società».Al termine della messa l’Arcivescovo si recherà nello “scurolo”, dove renderà omaggio al santo patrono della Diocesi di Milano, dopo Sant’Ambrogio. Il corpo di San Carlo Borromeo (1538-1584) riposa infatti in un’urna di cristallo e di argento, proprio sotto l’attuale altare maggiore nel cuore del Duomo, per cui ebbe particolari attenzioni. Lo trasformò nel centro liturgico della città e della Diocesi. Con la sua presenza e con la sua parola, San Carlo segnò la vita della Cattedrale: il popolo di Milano si abituò a vedere il proprio arcivescovo predicare in Duomo, celebrarvi le Messe solenni, distribuire la comunione, partecipare a processioni e funzioni varie, molte delle quali da lui istituite. Con la sua energica opera di riforma, in attuazione dei decreti del concilio di Trento, San Carlo diede veramente un impulso decisivo per il rinnovamento nella vita spirituale e istituzionale della Chiesa ambrosiana. Non solo i Cardinali, ma anche i Pontefici, nella storia hanno reso omaggio alle reliquie del santo e ogni anno, al 4 novembre, l’Arcivescovo celebra in Duomo un solenne Pontificale, durante il quale usa l’anello e il Pastorale dello stesso San Carlo.L’invito al Pontificale di San Carlo, di mercoledì, è esteso a tutti i sacerdoti e diaconi, che per la partecipazione sono pregati di portare camice e stola bianca. Il testo dell’omelia Presbiteri e celibato per il Regno è pubblicato dal Centro Ambrosiano (pagine 60, euro 3.30). Le reliquie di don Gnocchi – Al Pontificale di San Carlo parteciperà anche monsignor Angelo Bazzari, presidente della Fondazione Don Gnocchi, che durante la cerimonia liturgica consegnerà al cardinale Tettamanzi le reliquie del nuovo beato don Carlo Gnocchi.

La copertina dell'opuscolo del Centro Ambrosiano che pubblica l'omelia del 4 novembre