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Cracovia

Sant’Egidio, un registro europeo sul razzismo

La proposta emersa al Meeting internazionale "Religioni e Culture in Dialogo"

Carlo ROSSI Redazione

7 Settembre 2009

Dal Meeting Internazionale interreligioso di Cracovia, la Comunità di Sant’Egidio, attraverso il suo portavoce Mario Marazziti, lancia la proposta – condivisa dal cardinale Sistach di Barcellona – di un registro europeo sul razzismo. La proposta è nata all’interno del workshop sul “Convivere in un mondo al plurale”, dove sono emersi i dati sui 65.736 incidenti e delitti di matrice razzista nella sola Gran Bretagna nel 2007.
È emerso che in alcuni Paesi dell’Europa a 27 – tra cui Italia, Malta, Gracia, Portogallo e Spagna – non viene tenuta nota degli episodi di razzismo. «È la variante tribale europea – ha detto Marazziti -; mentre per fortuna esistono consolidati anticorpi culturali per riconoscere il rischio di antisemitismo rinascente, non esistono ancora gli anticorpi di fronte all’antigitanismo e al razzismo» e «crescono le spinte contro l’immigrazione e il richiamo a purificazioni linguistiche e a omogeneità impossibili nella vita delle città europee».
Marazziti ha anche offerto i dati della trasformazione già in atto nelle società europee: «Un berlinese su 7 – 473 mila persone – non ha passaporto tedesco. A Francoforte uno su quattro: il 24,3% della popolazione, 164 mila persone. A Londra il 27% della popolazione è nata fuori dal Regno Unito, il 22% sono extracomunitari. A Barcellona il 22,7%. A Roma 1 su 10, il 14,5 % a Milano. Il pluralismo è un fatto. La sfida è l’integrazione sociale. Trattare come nemici queste persone è autolesionismo e favorisce l’insicurezza». «Il meticciato è un fatto e lo sarà sempre di più. Ma dobbiamo viverlo facendo in modo che la nostra grande cultura storica e di origine, diventi una ricchezza per tutti. È sbagliato negare il problema e non governare questo processo», ha detto il cardinale Sistach.
«Il meticciato biologico è in crescita – ha aggiunto madame Boutin, già ministro della Casa in Francia -. Cosa fare del meticciato culturale? È bene non indebolire la cultura cercando di non sopprimere le differenze. Non bisogna aver paura di fronte allo straniero. Il meticciato biologico è inevitabile. Ma attenzione, non deve diventare culturale. La paura della differenza ci fa ripiegare su noi stessi: è questo il motivo per cui non vogliamo gli stranieri. Ma culturalmente dobbiamo essere convinti della differenza e del dialogo». Dal Meeting Internazionale interreligioso di Cracovia, la Comunità di Sant’Egidio, attraverso il suo portavoce Mario Marazziti, lancia la proposta – condivisa dal cardinale Sistach di Barcellona – di un registro europeo sul razzismo. La proposta è nata all’interno del workshop sul “Convivere in un mondo al plurale”, dove sono emersi i dati sui 65.736 incidenti e delitti di matrice razzista nella sola Gran Bretagna nel 2007.È emerso che in alcuni Paesi dell’Europa a 27 – tra cui Italia, Malta, Gracia, Portogallo e Spagna – non viene tenuta nota degli episodi di razzismo. «È la variante tribale europea – ha detto Marazziti -; mentre per fortuna esistono consolidati anticorpi culturali per riconoscere il rischio di antisemitismo rinascente, non esistono ancora gli anticorpi di fronte all’antigitanismo e al razzismo» e «crescono le spinte contro l’immigrazione e il richiamo a purificazioni linguistiche e a omogeneità impossibili nella vita delle città europee».Marazziti ha anche offerto i dati della trasformazione già in atto nelle società europee: «Un berlinese su 7 – 473 mila persone – non ha passaporto tedesco. A Francoforte uno su quattro: il 24,3% della popolazione, 164 mila persone. A Londra il 27% della popolazione è nata fuori dal Regno Unito, il 22% sono extracomunitari. A Barcellona il 22,7%. A Roma 1 su 10, il 14,5 % a Milano. Il pluralismo è un fatto. La sfida è l’integrazione sociale. Trattare come nemici queste persone è autolesionismo e favorisce l’insicurezza». «Il meticciato è un fatto e lo sarà sempre di più. Ma dobbiamo viverlo facendo in modo che la nostra grande cultura storica e di origine, diventi una ricchezza per tutti. È sbagliato negare il problema e non governare questo processo», ha detto il cardinale Sistach.«Il meticciato biologico è in crescita – ha aggiunto madame Boutin, già ministro della Casa in Francia -. Cosa fare del meticciato culturale? È bene non indebolire la cultura cercando di non sopprimere le differenze. Non bisogna aver paura di fronte allo straniero. Il meticciato biologico è inevitabile. Ma attenzione, non deve diventare culturale. La paura della differenza ci fa ripiegare su noi stessi: è questo il motivo per cui non vogliamo gli stranieri. Ma culturalmente dobbiamo essere convinti della differenza e del dialogo».