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19 febbraio

A Vignate Scola dedica il nuovo altare

L’Arcivescovo celebra la Messa nella chiesa parrocchiale di Sant’Ambrogio, proprio nel giorno conclusivo delle Giornate eucaristiche. Ne parla il parroco don Luigi Citterio

di Cristina CONTI

17 Febbraio 2017
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Domenica 19 febbraio il cardinale Angelo Scola si recherà a Vignate (Milano) dove, alle 10 celebrerà l’Eucaristia nella chiesa parrocchiale di Sant’Ambrogio (via Vittorio Veneto 1) per la dedicazione dell’altare. «Abbiamo appena concluso il restauro della chiesa – spiega infatti il parroco don Luigi Citterio -. I lavori hanno riguardato in particolare il presbiterio e i poli liturgici. L’Arcivescovo viene a consacrare il nuovo altare, dove si celebrerà l’Eucaristia: un gesto di significativa valenza simbolica, in quanto è segno della comunità cristiana».

Per questo evento vi siete preparati in modo particolare?
Senza volerlo, il giorno della visita dell’Arcivescovo coincide con quello conclusivo delle Giornate eucaristiche, iniziate giovedì 16 con le 40 ore di preghiera che culminano proprio domenica. La preparazione nei mesi scorsi è stata intensa. L’1 dicembre abbiamo avuto la Visita pastorale del Cardinale al Decanato di Gongorzola, mentre il 15 gennaio c’è stato l’incontro con il vicario episcopale, monsignor Michele Elli. Sono stati momenti davvero importanti per la nostra comunità, perché ci hanno aiutato a sentirci parte della Chiesa diocesana. Quando poi ho saputo di questa nuova visita del Cardinale è stata proprio una bella sorpresa.

La vostra è l’unica parrocchia del paese…
Sì, ed è grande, visto che riunisce 9300 abitanti. Il territorio si è sviluppato soprattutto negli ultimi cinquant’anni. Prima c’erano solo duemila persone, poi la popolazione è quadruplicata. Per fortuna qui siamo due sacerdoti e una comunità di suore. Il territorio è molto popoloso anche perché siamo ben collegati alla città grazie al passante ferroviario, che ci permette raggiungere il centro di Milano in circa mezz’ora.

La partecipazione alle attività parrocchiali è buona?
Sì, non posso lamentarmi. Ci sono diverse persone coinvolte, l’oratorio ha un coordinatore che segue anche i giovani di parrocchie vicine, a Settala e Rodano. Girando per le benedizioni natalizie, inoltre, mi sono accorto che molti non frequentano la parrocchia, ma sono comunque presenti al Palio dei Rioni, una manifestazione molto grossa, che si svolge a settembre e che coinvolge tutti gli oratori.

La crisi economica si è sentita molto?
Sì. La nostra è una zona industriale. Sempre in occasione delle benedizioni natalizie nelle aziende ci siamo resi conto che per fortuna oggi c’è qualche segno di ripresa. Qualche cantiere sta ripartendo. Ma abbiamo raccolto ancora tante sofferenze, soprattutto da parte di padri di famiglia che hanno perso il lavoro, e fanno fatica a pagare il mutuo o le bollette. Il territorio è comunque benestante e non ci sono grosse sacche di povertà. Abbiamo alcune problematiche, certo, di cui si occupa la Caritas, ma la situazione è gestibile.

Com’è invece la situazione sul fronte degli immigrati?
Rappresentano l’8% della popolazione. Per quanto riguarda poi le nazionalità, si tratta in prevalenza albanesi e rumeni. Sono ben integrati e impegnati in particolare nell’edilizia. Ci sono poi alcuni medio-orientali. Ma sicuramente la presenza di stranieri è meno accentuata rispetto ad altre zone della diocesi.