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Milano

Collaborare per rispondere alla sfida educativa

Il convegno organizzato dall’Azione Cattolica all’Università Cattolica su “Comunità cristiana, associazionismo e università”. Tra gli altri, interventi del ministro Ornaghi e di monsignor Crociata

di Annalisa PERTEGHELLA

20 Marzo 2012

“Comunità cristiana, associazionismo, università. Luoghi dell’educazione” è il tema del convegno organizzato dall’Azione Cattolica Nazionale e dall’Università Cattolica del Sacro Cuore, svoltosi nella mattinata di ieri presso l’Ateneo milanese in vista di due appuntamenti: l’88ª Giornata per l’Università Cattolica (22 aprile) e la beatificazione del fondatore Giuseppe Toniolo (29 aprile). Una mattinata di riflessione attorno a quei luoghi dell’educazione tanto nominati quanto dati per scontati, allo scopo di riappropriarsi del significato autentico della missione educativa che la comunità cristiana è chiamata a compiere.

Ad aprire il convegno i saluti di Lorenzo Ornaghi, ministro per i Beni e le attività culturali, di monsignor Domenico Sigalini, assistente ecclesiastico generale dell’Azione Cattolica Nazionale, e di monsignor Sergio Lanza, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica. A seguire, la relazione di monsignor Mariano Crociata, segretario della Cei, che ha messo in evidenza due tendenze dominanti nel nostro tempo: considerare l’educazione come mera trasmissione di contenuti e confondere l’educazione con la promozione di comportamenti socializzanti.
Entrambe rivelano conseguenze problematiche, che appaiono in contrasto con quella «fioritura della persona» che dev’essere invece l’orizzonte dell’educazione. Proprio la crisi delle agenzie educative tradizionali – famiglia e scuola – e l’insufficienza delle nuove proposte «a senso unico» – i mass media – rappresentano rischi, ma anche opportunità: esse forniscono infatti nuovi stimoli alla comunità cristiana per compiere la propria missione. Ma quali sono i luoghi educativi nei quali compierla? Monsignor Lanza ne ha elencati alcuni: parrocchie, associazioni, scuole e università, ciascuno con proprie potenzialità da offrire allo sviluppo della persona.

La parola è poi passata a diversi esponenti del mondo associativo cattolico, in particolar modo studenti e docenti che hanno raccontato la propria esperienza di educatori e discepoli inseriti in un contesto associativo. Gioele Anni, studente della Laurea triennale in Lettere moderne all’Università Cattolica, ha messo in evidenza come fare parte di un gruppo offra la possibilità di costruire una relazione con un “altro” che non è più visto come semplice “individuo”, bensì come “persona” nella sua interezza. L’associazionismo studentesco, inoltre, «permette di vivere gli anni dell’università imparando ad andare oltre il proprio interesse individuale, oltre le relazioni “occasionali” con compagni di corso e di aperitivo, per imparare a prendersi cura del bene del gruppo, impegnandosi in un progetto comune».
Anche Alberto Ratti, studente della Laurea magistrale in Economia e presidente nazionale della Fuci, ha messo in evidenza come i giovani sentano ancora l’esigenza di figure di riferimento e ha portato la propria testimonianza di studente che considera lo studio non fine a se stesso, ma come tempo che prepara alla relazione, alla mitezza, alla costanza della ricerca. Lo studente ha lanciato poi la scommessa di una «giovinezza pensante», che possa offrire un contributo al mondo cattolico, all’università e al Paese.

Accanto agli studenti, ecco i docenti: Raffaella Iafrate, docente di Psicologia sociale, ha richiamato il concetto di “alleanza educativa”, ribadendo che l’elemento centrale non è il “come”, ma piuttosto il fine dell’educare: far sì che la persona realizzi la propria umanità.
Anche Pierpaolo Triani, docente di Didattica generale, ha sottolineato come la missione educativa punti alla formazione integrale della persona. In questo senso, gli spazi di formazione non sono separati dagli spazi della missione, in quanto alla pluralità dei luoghi fa da contraltare l’unitarietà degli orizzonti: «Tra i luoghi dell’educazione, l’Università Cattolica rappresenta una forma concreta di vita universitaria illuminata dal Vangelo: una vita che è sia ambiente di incontri e relazioni, sia ambiente di ricerca mossa dalla passione verso una comprensione sempre più profonda della realtà».

La relazione tra mondo associativo e Università Cattolica è stata al centro anche della riflessione di Paola Bignardi, dell’Istituto Toniolo: «Se il contributo che il mondo associativo può dare all’Università Cattolica consiste soprattutto nel riconoscere il valore della cultura, viceversa il contributo che l’Università Cattolica fornisce al mondo associativo risiede nella trasmissione di strumenti di cultura che aiutino quest’ultimo a leggere meglio se stesso e i propri bisogni».
A chiudere il convegno è stato l’intervento energico di Valentina Soncini, presidente dell’Azione Cattolica Ambrosiana, che, dopo aver ribadito l’esistenza di legami profondi tra l’Ac e la Cattolica, ha lanciato un invito al rinnovo e al rinvigorimento della collaborazione tra i due soggetti. La Presidente ha sottolineato l’importanza di fare rete, lanciando anche in questo caso un appello alla collaborazione con le altre associazioni e movimenti che popolano la comunità cristiana.
Un appello ripreso anche dal presidente nazionale Franco Miano, che ha esortato a rimettersi sulla comune strada dell’educazione con una carica di «fiducia, passione, voglia e desiderio di collaborare».