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16 marzo

Scola a Cazzago Brabbia
nel segno di San Carlo

Costruita sei soli anni dopo la morte del Borromeo, per una serie di vicissitudini la chiesa parrocchiale non è mai stata consacrata. In occasione della visita dell'Arcivescovo sarà così dedicato l'altare

di Cristina CONTI

15 Marzo 2014

Domenica 16 marzo il cardinale Angelo Scola si recherà in visita a Cazzago Brabbia (Varese). Alle 10 ci sarà la Santa Messa con la dedicazione dell’altare della chiesa di San Carlo. Sorta nel 1590, a sei anni dalla morte del Borromeo, la chiesa dovette rimandare la data di consacrazione perché il progetto originario era soggetto a continue modifiche. Durante il censimento ecclesiastico del 1911 ci si accorse che la chiesa non era ancora stata consacrata, ma il sopraggiungere delle due guerre mondiali rinviò nuovamente la questione. Solo nel 2004, durante la redazione di un libro storico, ci si è nuovamente resi conto che il rito non c’era mai stato. Così sono state avviate alcune ricostruzioni e domenica, dopo la cerimonia col Cardinale, ci sarà una grande festa in piazza.

Cazzago Brabbia fa parte della Comunità pastorale Maria Madre della Chiesa di Daverio. Ne parliamo col responsabile, don Angelo Castiglioni.

Come è organizzato il vostro territorio?
La Comunità pastorale Maria Madre della Chiesa comprende le parrocchie di cinque Comuni: Bodio Lomnago, Cazzago Brabbia, Crosio della Valle, Daverio e Inarzo. Si tratta di realtà che hanno una dimensione modesta: Daverio ha circa 3 mila abitanti, Cazzago 800, Crosio 600, Bodio poco più di mille, così come Inarzo. La distanza tra la prima e l’ultima chiesa è di sette chilometri. Questo ci permette di progettare un piano pastorale comune, che poi viene realizzato da ogni singola parrocchia. Per la visita dell’Arcivescovo, in particolare, abbiamo organizzato incontri di preghiera e di approfondimento comuni con cadenza mensile. Durante la Quaresima, invece, abbiamo programmato alcuni momenti comuni dedicati alla predicazione. Ci siamo riallacciati al tema della Lettera pastorale «Il campo è il mondo»: durante le celebrazioni eucaristiche, la catechesi e i vespri cerchiamo di aiutare la comunità a riflettere sul significato della croce e su come a ciascuno di noi venga richiesto di seguire Cristo nella propria vita.

Quali sono i problemi principali per la popolazione?
La difficoltà maggiore in questo momento è sicuramente quella economica. Un problema trasversale tra le generazioni, tra chi non trova lavoro, chi l’ha perso e fatica a reinserirsi nel mercato. Cerchiamo di aiutare queste persone attraverso la Caritas e i Centri di Ascolto.

Stranieri: com’è la situazione?
Ci sono alcune famiglie immigrate. Si tratta in prevalenza di albanesi e di nordafricani. Un piccolo numero di bambini stranieri partecipa all’oratorio estivo insieme ai coetanei italiani.

Ragazzi e giovani frequentano assiduamente?
Ci sono gruppi giovanili all’interno dei diversi oratori Con loro organizziamo momenti formativi e incontri di catechesi. Certo, dopo la Cresima c’è sempre un certo numero di ragazzi che si stacca dalla parrocchia e smette di frequentare. Ma soprattutto a Cazzago Brabbia, Daverio e Bodio si è creato un buon gruppo che è presente assiduamente alle diverse attività.