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L’appello

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24 Ottobre 2008

«La vigliaccheria di qualcuno
non vincerà sulla solidarietà»
Dopo che si è sparsa la voce dell’attentato alle auto dei sacerdoti e radio, tv e giornali vi hanno dedicato ampio spazio. Alla Comasina è iniziata anche una gara di solidarietà verso don Gian Paolo e don Luca. Fuori dalla chiesa è stato affisso un cartello nel quale si legge: «Don Luca e don Gian Paolo stanno dedicando la loro vita a noi, alla nostra gente, ai nostri ragazzi. Il vile fatto di venerdì ci lascia tutti sgomenti, ma la vigliaccheria di qualcuno non vincerà sulla solidarietà e la fratellanza di tutti noi». Seguono nomi e recapiti telefonici di chi sta raccogliendo fondi per acquistare le nuove auto per i sacerdoti.
Il Comitato di quartiere ha poi lanciato un «appello ai cittadini del quartiere Comasina» perché reagiscano a questo nuova atto di violenza. È un appello sottoscritto anche dal coordinamento dei comitati di quartiere di Milano, dalle Acli della Comasina, dal centro culturale Oscar Romero, dal centro anziani e dall’associazione Combattenti e reduci.
Nell’appello il Comitato denuncia anche che nel giro di un mese sono state compiute in quartiere ben tre rapine: a una panetteria, all’edicola e all’ufficio postale. «Noi siamo a fianco di chi opera per la convivenza civile e il rispetto reciproco», si legge nell’appello. «Siamo anche a fianco delle attività svolte dalla parrocchia attraverso i sacerdoti ed i loro collaboratori che, tra l’altro, suppliscono alle gravi mancanze dello Stato, della Regione e del comune di Milano». Il Comitato, inoltre, chiede «alle forze dell’ordine di intensificare l’azione di prevenzione e di indagine verso la criminalità piccola e grande».
«Purtroppo», commenta Mirko Garofalo, presidente del Comitato di Quartiere, «c’è una grave mancanza delle istituzioni, non vengono fatte opere di manutenzione importanti, c’è un clima di impunità per cui ogni delinquente si sente libero di agire. L’attentato alle auto dei sacerdoti e le tre rapine in un mese rendono evidente che c’è qualcosa che non va in questo quartiere».
I sacerdoti hanno poi ricevuto solidarietà e incoraggiamento da decine di persone del quartiere. Per le strade, in oratorio, don Gian Paolo viene fermato continuamente da ragazzi, genitori, anziani e tutti gli esprimono affetto, stima, ma anche la loro indignazione. Il telefono in ufficio squilla continuamente e quasi sempre dall’altro capo del filo c’è qualcuno che incoraggia don Gian Paolo ad andare avanti.
La Comasina, da questo punto di vista, è un po’ come un paese, la gente ci vive da decenni e quando accade qualcosa di grave la voce si sparge velocemente. Anche se gli atti di violenza negli ultimi tempi sono dunque aumentati, il fatto che così tanta gente esca allo scoperto e non abbia timore a manifestare apertamente la sua solidarietà ai sacerdoti dimostra che la paura non riesce a vincere. (d.p.)