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In scena

“Fino al terzo Cielo” a Solbiate

Un musical inedito sulla vita di San Paolo in tour per l'Italia l'11 luglio nell'oratorio della località varesina festeggia i cinquant'anni di sacerdozio di monsignor Caprioli, vescovo di Guastalla-Reggio Emilia�

Carlo ROSSI Redazione

10 Luglio 2009

Per festeggiare il suo 50° anniversario di sacerdozio, il vescovo di Reggio Emilia-Guastalla monsignor Adriano Caprioli “porta” nella comunità in cui ha mosso i primi passi della sua vita cristiana – la parrocchia di Solbiate Olona, in provincia di Varese – il musical inedito Fino al terzo Cielo. Lo spettacolo va in scena sabato 11 luglio, alle 21, nel salone polivalente dell’oratorio “Giovanni Paolo II” di Solbiate.
Dopo il debutto in gennaio a Guastalla e l’avvio del tour da Belluno in aprile, lo spettacolo è arrivato a Roma il 17 maggio e sta toccando varie località italiane. È allestito dalla compagnia teatrale “Piccola Comunità”, nata all’interno dell’Unità pastorale di San Giacomo e San Rocco di Guastalla e composta in gran parte da giovani, cantanti, attori e ballerini.
Ideato da Paolo Prati, diacono e regista, Fino al terzo Cielo è l’esperienza estatica e “intima” vissuta dall’Apostolo delle genti. Lo spettacolo è un racconto ricco di simboli e di mistero, per cercare di trasmettere agli spettatori una realtà umana e spirituale di cui è difficile cogliere appieno la profondità: attraverso il cammino e la storia di colui che un tempo perseguitò i cristiani ognuno può trovare la via per la propria “conversione” e accogliere il vero volto dell’Amore.
Nel musical la figura di Paolo è sempre avvolta da un alone di mistero, sfugge a qualsiasi definizione riduttiva e speculativa. L’Apostolo, con i suoi insegnamenti, infrange le barriere temporali, mette in dialogo passato e presente, raccorda spiritualità e quotidianità, esplora i confini tra Bene e Male.
I testi, le musiche, le coreografie e le scenografie – interamente originali – sono il linguaggio dell’arte e delle emozioni a servizio di una sceneggiatura che cerca di esprimere una teologia e un’esperienza di vita più che mai attuali. Dal martirio di Santo Stefano alla conversione a Damasco, dal ritiro nel deserto fino ai viaggi e ai contatti con le comunità, l’avventura di San Paolo accompagna lo spettatore scena dopo scena, traducendo in gesti e parole la storia di un uomo che si è fatto «tutto a tutti»; lo spettacolo è dedicato a tutti i vescovi.
Info: www.sangiacomo-sanrocco.it/finoalterzocielo.html Per festeggiare il suo 50° anniversario di sacerdozio, il vescovo di Reggio Emilia-Guastalla monsignor Adriano Caprioli “porta” nella comunità in cui ha mosso i primi passi della sua vita cristiana – la parrocchia di Solbiate Olona, in provincia di Varese – il musical inedito Fino al terzo Cielo. Lo spettacolo va in scena sabato 11 luglio, alle 21, nel salone polivalente dell’oratorio “Giovanni Paolo II” di Solbiate.Dopo il debutto in gennaio a Guastalla e l’avvio del tour da Belluno in aprile, lo spettacolo è arrivato a Roma il 17 maggio e sta toccando varie località italiane. È allestito dalla compagnia teatrale “Piccola Comunità”, nata all’interno dell’Unità pastorale di San Giacomo e San Rocco di Guastalla e composta in gran parte da giovani, cantanti, attori e ballerini.Ideato da Paolo Prati, diacono e regista, Fino al terzo Cielo è l’esperienza estatica e “intima” vissuta dall’Apostolo delle genti. Lo spettacolo è un racconto ricco di simboli e di mistero, per cercare di trasmettere agli spettatori una realtà umana e spirituale di cui è difficile cogliere appieno la profondità: attraverso il cammino e la storia di colui che un tempo perseguitò i cristiani ognuno può trovare la via per la propria “conversione” e accogliere il vero volto dell’Amore.Nel musical la figura di Paolo è sempre avvolta da un alone di mistero, sfugge a qualsiasi definizione riduttiva e speculativa. L’Apostolo, con i suoi insegnamenti, infrange le barriere temporali, mette in dialogo passato e presente, raccorda spiritualità e quotidianità, esplora i confini tra Bene e Male.I testi, le musiche, le coreografie e le scenografie – interamente originali – sono il linguaggio dell’arte e delle emozioni a servizio di una sceneggiatura che cerca di esprimere una teologia e un’esperienza di vita più che mai attuali. Dal martirio di Santo Stefano alla conversione a Damasco, dal ritiro nel deserto fino ai viaggi e ai contatti con le comunità, l’avventura di San Paolo accompagna lo spettatore scena dopo scena, traducendo in gesti e parole la storia di un uomo che si è fatto «tutto a tutti»; lo spettacolo è dedicato a tutti i vescovi.Info: www.sangiacomo-sanrocco.it/finoalterzocielo.html