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Auguri speciali da un lebbrosario della Liberia

Gli auguri di fratel Sandro Bonfanti dalla periferia di Ganta (Liberia) dove quest'anno trascorrerà il Natale con della gente speciale: i lebbrosi e gli ammalati di tubercolosi

11 Aprile 2011

Gli auguri di fratel Sandro Bonfanti dalla periferia
di Ganta (Liberia) dove quest’anno trascorrerà il Natale
con della gente speciale: i lebbrosi e gli ammalati di tubercolosi

Caro Don Gianni Cesena,
ogni anno ricevo i vostri auguri e li leggo sempre con piacere, anche se non ho mai ringraziato o risposto.

Quest’anno gioco di anticipo e li scrivo prima io. Da giugno 2007, a Ganta – Lebrosy & TB Rehabilitation Center della Liberia si trovano tre missionari della Consolata di origine Ambrosiana: P. Antonio Rusconi di Valmadrera, Suor Augusta Galbussera di Casatenovo, ed io, Fratel Sandro Bonfanti, missionaro della Consolata, di Robbiate. In Liberia non funziona ancora l’ufficio postale e le nostre mail le inviamo attraverso il telefonino attaccato al computer.

Il villaggio dove abitiamo è alla periferia della cittadina di Ganta e, se non si fa attenzione al cartello, è facile passare oltre perché dalla strada non si vede nulla.

Varcato il cancello, che è sempre aperto, le prime case che si incontrano sono quelle del personale, e tra queste c’è anche la mia. È una casa grande con quattro stanze, due bagni, una sala, la cucina e il garage. Con me vive P. Antonio, che è l’animatore spirituale.

Poi iniziano le case di ex lebbrosi che costeggiano la strada, quasi a formare un viale che porta all’edificio principale dove ci sono alcune sale visite, l’amministrazione, il laboratorio analisi, farmacia e tre reparti con un totale di un centinaio di letti, quasi tutti occupati. In fondo al corridoio che attraversa tutto l’edificio c’è la zona TB con una quarantina di pazienti. La maggior parte delle case degli ex lebbrosi sono attorno a questo edificio; sono una sessantina e in ciascuna di queste vivono due famiglie che hanno a disposizione due stanze, una veranda. Il bagno e doccia sono separati dalla casa, così pure la tettoia col muretto che fa da cucina e sala da pranzo. Qui fa caldo ed è bene che la cucina sia molto arieggiata. Tutte le strutture di questo complesso sono al pian terreno e costruite con blocchi di cemento. Tutti i tetti sono in lastre zincate. La sera c’è un generatore che dà luce a tutti fino alle 22:00, poi inizia un meraviglioso silenzio.

Nel villaggio vivono oltre cento famiglie, perciò è molto movimentato, specialmente il sabato e la domenica e quando le scuole sono chiuse e tutto l’ambiente è rallegrato dai bambini

Il villaggio ha avuto il massimo della sua efficienza, e direi anche della sua bellezza, negli anni Ottanta, poi c’è stata la guerra e il centro è diventato anche la sede della fazione che non accettava il governo della capitale. Da allora tutti gli edifici si sono deteriorati.

Dal 2004, quando finalmente sono state deposte le armi, le suore hanno fatto un grandissimo lavoro cercando di riadattare gli edifici al meglio. Ora bisogna ristrutturarli. Abbiamo iniziato con la farmacia, presto cominceremo gli interventi al laboratorio analisi e poi pian piano penseremo al resto.

Si avvicina il Santo Natale e il ricordo della nascita di Gesù ha un fascino unico e particolare che ci fa avvicinare in modo particolare ai bambini. I grandi fanno volentieri regali ai nipotini.

Quest’anno trascorrerò il Natale con della gente speciale: i lebbrosi e gli ammalati di tubercolosi. Alla messa di mezzanotte porterò i pochi pazienti cattolici e tutti coloro che vorranno partecipare alla festa religiosa con noi. Il pasto sarà quello festivo: riso, pesce (che in Liberia è abbondante) on verdure, una bibita ed un pezzo di dolce.

Ognuno riceverà un regalo personalizzato: non può essere uguale per tutti perché ci sono uomini e donne, bambini, adolescenti, giovani, adulti e anziani. Nel pomeriggio ci sarà una rappresentazione della natività e alla sera la proiezione di un DVD.

Non c’è la tradizione del presepio. Ne ho fatto uno nella veranda di casa e molti vengono a vederlo e a chiedere il perché del pastore, della Madonna, del bue, della stella … .

Nella cittadina di Ganta non c’è una sola luce che ricordi il Natale. Il consumismo natalizio non è ancora arrivato. Si sente invece molto forte l’inizio del nuovo anno. “Anno nuovo vita nuova” e per il nuovo anno chiedono il vestito nuovo e le scarpe nuove.

Auguro a tutti un SANTO NATALE . Il piccolo Gesù che ammiriamo nel presepe ci faccia diventare più buoni e santi.

Auguro anche un BUON ANNO NUOVO 2008 pieno di gioia di consolazione dal Signore.

Fratel Sandro Bonfanti
Ganta (Liberia), martedì 4 dicembre 2007