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Biografia

Ettore Boschini,
fratello dei “barboni”

Di origine mantovana, entrò nell’Ordine dei Camilliani e quando venne trasferito a Milano dedicò la sua vita e il suo ministero all’assistenza degli emarginati

18 Febbraio 2013

Fratel Ettore Boschini nacque a Roverbella (Mantova) il 25 marzo 1928 da una famiglia di agricoltori benestanti. Quando aveva quattro anni, in seguito a una grave crisi del settore agricolo, i suoi dovettero trasferirsi nella vicina contrada di Malavicina. A causa delle nuove esigenze familiari, Ettore smise di studiare per dedicarsi al lavoro in una stalla.

Perseguendo la sua vocazione religiosa, il 6 gennaio 1952 fu accolto nell’Ordine dei Camilliani come “fratello laico”; dopo alcuni anni emise la sua Professione religiosa solenne, consacrando tutta la sua vita al servizio dei malati, sull’esempio di San Camillo. Fu inizialmente destinato alla comunità agli Alberoni di Venezia, dove rimase per una ventina d’anni svolgendo mansioni di infermiere.

Nei primi anni Settanta venne trasferito alla Comunità San Camillo di Milano. In città scoprì la realtà di strade popolate da disadattati ed emarginati. Iniziò a ospitare le prime persone negli ambulatori della Clinica San Camillo. In brevissimo tempo il loro numero aumentò enormemente. Con il benestare dei suoi superiori, orientò il suo impegno all’assistenza corporale e spirituale del gran numero di persone che gravitavano intorno alla Stazione Centrale e diede vita al primo rifugio in un tunnel in via Sammartini. Successivamente, negli anni Ottanta e Novanta, fondò diverse case di accoglienza in Italia e all’estero, sul modello del rifugio della Centrale.

Morì il 20 agosto 2004 a Milano, lasciando alla guida delle comunità da lui fondate la sua più stretta collaboratrice, suor Teresa Martino.

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Così il cardinale Scola ricordò fratel Ettore all’inaugurazione del nuovo ricovero notturno per senzatetto realizzato negli stessi spazi in cui il Camilliano accoglieva i diseredati della città