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Lombardia

Immigrati, garantire
i pediatri ai minori

Luciano Gualzetti (Caritas Ambrosiana) sollecita il Pirellone a recepire il provvedimento per i figli degli “irregolari”, già sottoscritto lo scorso dicembre nella Conferenza Stato - Regioni, superando strumentalizzazioni sfociate nella bocciatura di una mozione in Consiglio regionale

di Pino NARDI

23 Luglio 2013

«Come ha fatto la Caritas Italiana, chiediamo che tutte le Regioni recepiscano il provvedimento, perché è un dovere. Non possono non farlo. Dopodiché a livello politico possono trovare tutte le scuse che vogliono, ma questa iniziativa deve essere ripresa dalla Regione e attuata». Luciano Gualzetti è molto chiaro. Il vicedirettore della Caritas Ambrosiana rilancia la palla nel campo della Regione Lombardia, per l’attuazione al più presto dell’Accordo, già sottoscritto a livello nazionale nella Conferenza Stato-Regioni lo scorso 20 dicembre, che prevede tra l’altro l’iscrizione al Servizio sanitario nazionale e l’assegnazione del pediatra di libera scelta anche ai minori con genitori immigrati non regolari. La questione è esplosa nei giorni scorsi dopo che il consiglio regionale aveva bocciato una mozione delle opposizioni che prevedeva questo, anche se non si precisava che per la Lombardia è solo una questione di ratifica, non di scelta già attuata.

«La mozione presentata dalle minoranze in termini di dialettica politica, è stata caricata dalla solita vena ideologica che la Lega mette su questi temi. In realtà stiamo parlando di un recepimento di un accordo Stato-Regioni che la Regione Lombardia aveva già approvato e sottoscritto. Si tratta di recepirlo da un punto di vista formale – continua Gualzetti -. Anche la mozione non ha ricordato questo fatto e sono prevalsi i soliti giochetti sulla pelle delle persone».

Tuttavia questo recepimento è stato già fatto solo da alcune Regioni…
Sì, è avvenuto in Lazio, Puglia, Liguria, Campania, Calabria, Friuli Venezia-Giulia e Provincia autonoma di Trento. Le altre Regioni di per sé non l’hanno ancora recepito…

Eppure la tutela della salute è un principio universale…
Infatti, l’istituzione Lombardia, al di là delle maggioranze o di chi sia oggi presidente, si è dimenticata che aveva già sottoscritto la necessità di uniformare su tutto il territorio nazionale queste tutele, il principio che la salute dei minori è importante e va tutelata a prescindere dallo status giuridico dei genitori, se hanno o meno il permesso di soggiorno. Non è questione di buonismo, è un atto che recepisce le carte europee per la tutela dei diritti dell’uomo.

Temi sensibili dal punto di vista elettorale…
Come sempre la questione dell’immigrazione viene usata per lanciare messaggi al proprio elettorato. Tuttavia, in questo caso non c’è proprio l’oggetto della questione. Si dice tanto che gli immigrati portano malattie, in realtà questo provvedimento serve per prevenire, per evitare che un bambino, figlio di immigrati, non curato a sufficienza e per tempo, possa invece costituire per sé e per gli altri anche un pericolo. Oppure coltivare malattie che possono degenerare in malattie ben più gravi, che poi dovremmo comunque affrontare. È il Sistema nazionale pubblico che deve garantire la salute di coloro che vivono nel Paese. Dunque, si tratta di una questione di sicurezza per tutti.

La Caritas Ambrosiana come si comporta di fronte a questi casi?
Di fronte a situazioni come la salute e i diritti fondamentali, la Caritas come ha sempre fatto, non fa distinzioni tra persone che hanno o meno il permesso di soggiorno. Si è sempre adoperata per aiutare con gli strumenti che ha: ascolto, accompagnamento e orientamento. A Milano esistono già molte associazioni che si occupano di immigrati, anche minori, con ambulatori molto efficienti (Naga, Opera San Francesco, Fratelli di San Francesco, Cappuccini di via Moscova, ecc.). Alcuni hanno sede nei centri di ascolto a Milano, ma soprattutto fuori, dove la Caritas promuove anche ambulatori con medici volontari e banchi farmaceutici. Su questo la Caritas è impegnata in prima linea.