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Incrocio di due strade nel punto del mistero

16 Dicembre 2003

Il documento del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti dal titolo: “Il Pellegrinaggio nel Grande Giubileo del 2000” traccia, con immagine suggestiva, attorno al globo e alla storia come di Gesù alla missione della Chiesa fino agli estremi confini della terra, anzi fino alla Gerusalemme celeste, dagli itinerari culturali a quelli delle grandi religioni alle sorgenti della proprie credenze, nonché gli spostamenti dei profughi e le scoperte della scienza -; fino all’attuale rete telematica che è tutto un “navigare” globale ad esprimere bene l’anima profonda dell’”homo viator”.

Ma in mezzo a tanta fitta rete è facile perdersi, o meglio, perdere il filo conduttore di fondo di tutto questo agitarsi dell’uomo; vale la pena allora – per una miglior comprensione del testo – delineare l’itinerario teologico che sottende e spiega ogni pellegrinaggio dell’uomo qui descritto nei suoi molteplici aspetti fenomenologici.

In questa visione, il pellegrinaggio si potrebbe definire come l’incrociarsi di due percorsi, quello dell’uomo e quello di Dio, nel punto più efficace che è il sacramento, o il “mistero”.
L’itinerario dell’uomo L’itinerario di Dio

Il documento pontificio elenca con puntiglio nel capitolo sesto i traguardi finali del pellegrinaggio cristiano: come incontro con Dio, con la sua Parola, con la Chiesa, nella riconciliazione, nella celebrazione eucaristica, e nello sbocco della carità, che sa offrirsi come servizio all’uomo, nel rispetto del creato e in un graduale cammino personale verso Dio, non senza il soccorso di Maria.

Al trapasso di Millennio è stato posto il grande Giubileo per offrire all’uomo una meta precisa ed efficace affinché le sue attese si trasformino in SPERANZA. Tocca a noi credenti guidarlo alla meta giusta con una specifica proposta di fede, senza magari fermarsi – come capita – a estetismi, a chiacchiere culturali o a dialoghi interreligiosi un po’ fumosi tipo New Age che hanno solo il triste compito di svuotare le profonde attese dell’uomo e la fantastica iniziativa salvifica di Dio.