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Luigi Talamoni, un santo per i poveri

I 160 anni della nascita del Beato saranno celebrati domenica 5 ottobre nel Duomo di Monza. Un'occasione per riscoprire la testimonianza del fondatore delle Misericordine e la sua visione di Dio come Padre misericordioso

1 Ottobre 2008

03/10/2008

di Cristina CONTI

Fede in Dio Misericordioso, nell’Eucarestia, nella preghiera cristiana. Queste le caratteristiche fondamentali della spiritualità del Beato Luigi Talamoni. Una vita dedicata ai poveri, agli anziani, ai bambini in modo infaticabile. «Quando camminava per strada e incontrava qualche povero gli dava tutto. Fa niente se poi doveva tornare a casa a piedi e senza un soldo», racconta Dora Castenetto, docente alla Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale. E oggi di lui si sta studiando un nuovo miracolo.

Nel 160° anniversario della nascita, che verrà celebrato domenica 5 ottobre alle 18 con una Messa nel Duomo di Monza presieduta da monsignor Ennio Apeciti, è stato pubblicato un nuovo libro sulla figura del Beato, Alla scoperta della spiritualità nelle lettere del Beato Luigi Talamoni alle Suore Misericordine, scritto da padre Tarcisio Colombotti (insieme all’altro volume Alla scoperta della spiritualità nelle lettere di Maria Biffi ved. Levati a mons. Luigi Talamoni). Una lunga analisi della spiritualità di Talamoni e della donna che con lui ha fondato la congregazione delle Misericordine, impegnate nell’aiuto e nell’assistenza gratuita dei malati per permettere ai capi famiglia di andare al lavoro in forze.

Una personalità attenta ai problemi della società del suo tempo. Per 30 anni Talamoni è stato in Consiglio comunale a Monza e si è battuto per il diritto alla casa e al lavoro. Temi particolarmente attuali anche nel mondo di oggi. Ma anche la sua spiritualità è molto attuale. «Il Beato Talamoni aveva una grande capacità di confortare, di dare fiducia, di sostenere – sottolinea monsignor Apeciti, promotore della causa di beatificazione -. Era un grande confessore e sollecitava sempre le persone ad avere fiducia e a non arrendersi mai».

Vivere nel mondo facendosi carico dei suoi problemi e ponendo un freno alle sue ingiustizie. Un insegnamento che ha contraddistinto la vita del Beato, anche nel periodo di insegnamento nel Collegio Villoresi. «Anni molto importanti per lui – commenta la Castenetto -. Nelle sue lezioni apriva la mente degli studenti anche attraverso un atteggiamento critico nei confronti della storia ecclesiale. Una capacità di affrontare i problemi sotto i diversi punti senza mai discostarsi dagli insegnamenti del Magistero della Chiesa».

Un’attenzione al prossimo che vale la pena riscoprire in una società in cui troppo spesso dominano l’indifferenza e l’egoismo. «Parlando di lui, il cardinale Colombo una volta ha detto: “Forse non è un grande studioso, ma sa comunicare con il cuore” – aggiunge monsignor Apeciti -. Una frase che vuole proprio sottolineare la sua capacità di dare sostegno e di non scoraggiarsi. Anche quando veniva umiliato o si trovava ad affrontare grosse difficoltà, infatti, non si perdeva mai d’animo e andava avanti». Una passione instancabile, dunque, nello stare vicino a chi soffre sia nel cuore, sia nel corpo.

E la stessa Fondazione delle Suore Misericordine si colloca in questa direzione. «Queste suore decidono di abbandonare tutto e di rinunciare alla propria vita solo per servire il prossimo, per stare vicino a chi soffre, per alleviare i problemi di chi si trova a vivere con una persona malata e a sopportare tutti i disagi che questa condizione comporta. Una scelta davvero coraggiosa», aggiunge monsignor Apeciti.

Al centro della spiritualità di Talamoni c’era la fede intramontabile in un Dio Misericordioso, sempre pronto a perdonare anche i peccati più gravi e attento ai bisogni dell’uomo. «La visione di Dio come Padre pieno di misericordia e non come giudice vendicatore è una tesi che la teologia oggi sostiene in modo molto forte, ma è importante farlo sempre presente al popolo cristiano – precisa la Castenetto -. Molte volte durante le lezioni di catechismo nelle parrocchie, ancora oggi si sente stupore quando si parla di Dio come Colui che è disposto a perdonare i peccatori e si fa fatica a comprendere come la giustizia possa coniugarsi con la misericordia. Eppure è proprio così, la giustizia nasce dalla misericordia e dall’amore che Dio nutre per l’uomo».