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10 ottobre

Oltre le resistenze aprire le porte delle comunità

Una riflessione in occasione della Giornata mondiale della salute mentale

di Paola SONCINI Responsabile Area salute mentale Caritas Ambrosiana

10 Ottobre 2011

Il 10 ottobre ricorre la 19ª Giornata mondiale della salute mentale e il cardinale Angelo Scola, inserendosi nella tradizione che aveva inaugurato il suo predecessore cardinale Tettamanzi, rivolge alla Diocesi un messaggio sul tema della prossimità e sulle sue ricadute nell’area del disagio psichico. L’Arcivescovo considera l’esperienza della malattia mentale come una prova lacerante in chi ne è colpito e nelle persone accanto. È una situazione dolorosa che ci provoca, che possiamo accettare o alla quale possiamo contrapporci. E allo stesso tempo un’occasione preziosa nel quale poter sperimentare la prossimità dell’altro che sceglie di avvicinarsi e di condividere proprio quella sofferenza.

Dal convegno “Farsi prossimo”, perno della riflessione ambrosiana sulla carità nel 1986, sono scaturite modalità nuove di attenzione a chi è nella sofferenza e nel bisogno. E sebbene siano passati 25 anni, la scelta di lasciarsi interpellare da chi soffre un disagio psichico ancora oggi non è per nulla scontata. Le nostre comunità vivono tuttora diverse resistenze nell’aprire le loro porte a queste persone: scarsa è la sensibilità a lasciarsi coinvolgere e tanti sono gli alibi che giustificano la nostra assenza o distanza rispetto a chi soffre una malattia mentale. È una sfida al nostro modo di pensare e al nostro modo di vivere, sempre di fretta, travolti da ritmi vorticosi, attenti a non incrociare lo sguardo dell’altro, in modo particolare se ha un disagio psichico. Eppure lasciare che l’altro si faccia a noi prossimo ci potrebbe offrire la possibilità, forse unica, per prendere le distanze dalle nostre preoccupazioni, pur legittime, personali e comunitarie, per valutarle diversamente e magari, proprio grazie a questa prossimità, per uscirne anche umanamente più ricchi.

Il Cardinale ci sollecita a un’educazione permanente alla carità che sappia avviare cambiamenti profondi di mentalità e di prassi, così come a diventare compagni di viaggio delle persone con disagio mentale in un accompagnamento che sappia farsi condivisione della sofferenza e occasione per riaccendere una speranza che la malattia nel tempo potrebbe aver affievolito. Se i corsi di formazione per apprendere l’Abc del disagio psichico costituiscono un’occasione preziosa per iniziare ad approcciarsi a un’area che potrebbe intimorire, un’altra porta d’ingresso per imparare a stare con chi soffre tale disagio è rappresentata dalla familiarità che abbiamo con le nostre sofferenze e ferite. Da qui possiamo partire per stare con delicatezza accanto all’altro, anche senza una preparazione tecnica specifica.

Il Cardinale rivolge poi un invito a coloro che dovranno realizzare il VII Incontro mondiale su “La famiglia: il lavoro e la festa” a Milano nella prossima primavera: anche le famiglie con un malato mentale al proprio interno possano avere uno spazio di riflessione e di incontro per poter esprimere le loro difficoltà nel vivere il lavoro e il tempo umano della festa.

Accanto alle criticità, l’Arcivescovo ci invita infine a riconoscere il bene che le famiglie, nel loro ruolo educativo e sociale, compiono e ci ricorda la necessità di sostenere questi legami di cura reciproca e di solidarietà che intercorrono fra le diverse generazioni e che ricadono positivamente sulle nostre comunità.