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convegno

“Prendersi cura del malato è evangelizzazione”

Quasi 500 i partecipanti, molti gli interventi dei diversi responsabili degli istituti sanitari attivi in Regione e promossi dalla Chiesa locale e dagli ordini religiosi. Il cardinale Tettamanzi invita le diverse realtà a realizzare sinergie. L'importanza di puntare "sull'humanum"

di Filippo MAGNI

5 Giugno 2008

Davanti a quasi 500 persone si è svolto sabato 15 marzo – presso l’aula Pio XII di via Sant’Antonio 5 a Milano – il convegno "Le istituzioni sanitarie di ispirazione cristiana: caratteristiche e finalità", organizzato dalla Consulta per la pastorale della salute della regione Lombardia e dal Tavolo regionale istituzioni sanitarie di ispirazione cristiana. Occasione del simposio la presentazione dello stesso Tavolo regionale.

Tra i primi interventi quello del Cardinale Dionigi Tettamanzi, che ha rimarcato come «queste istituzioni hanno alle spalle una magnifica storia che sono chiamate a custodire, ma al contempo devono vivere il presente e proiettarsi nel futuro». Inoltre èimportante «discernere cosa lo Spirito e la nostra gente ci chiedono». Tutto questo perchè «È necessario affermare la passione per l’umanità dell’uomo, che è il suo tesoro più prezioso.

Sant’Ambrogio scriveva “custodisci l’uomo che è in te”: questo vale sempre, ma soprattutto nella sanità", dove l’umanità è coinvolta nel suo inizio e nella sua fine. «Nella malattia, l’humanum non può non porsi di fronte alla domanda di cosa accada dopo il tempo, domanda ultima della trascendenza». L’umanità è quindi «il criterio, il pilastro delle problematiche della sanità. Il puntare sull’humanum non è mai un freno, ma piuttosto un incentivo, anche alla ricerca scientifica, all’applicazione delle tecnologie e alla cura degli ambienti».

L’Arcivescovo ha evidenziato come «è possibile un’analogia tra la scuola cattolica e la sanità cristiana». Le scuole sono chiamate "parificate", ma il trattamento che gli è riservato dagli enti pubblici non è alla pari. E così è anche per la sanità.

«Di fronte alle difficoltà economiche si dovrebbe puntare alla sinergia delle istituzioni sanitarie coinvolte, mentre al contrario si constata una certa disgregazione o frantumazione. La sfida, l’occasione provvidenziale, è quella di promuovere il vero humanum che è dentro l’uomo. Per questo le sinergie e la collaborazione sono così importanti.È nostro dovere chiedere che in ogni ambito sia promosso l’obiettivo centrale dell’agire politico, che è il bene comune».

Parlando di sinergia dobbiamo coglierla in chiave ecclesiale, «in ambito pastorale da tempo insisto su comunione, collaborazione e corresponsabilità». Al termine del suo intervento, l’Arcivescovo ha ricordato la nota della Conferenza episcopale italiana "Predicare il Vangelo e curare i malati".

«Se veramente si curano i malati, contemporaneamente si evangelizza. Non ci può essere traditio fidei senza traditio amoris».

Dopo gli interventi di monsignor Giuseppe Merisi – Vescovo di Lodi e delegato per la pastorale della salute e carità della Conferenza episcopale lombarda -, Domenico Galbiati – presidente IRCCS E. Medea – e di Luca Degani – direttore generale Fondazione Sacra Famiglia – ha preso avvio la tavola rotonda animata da alcuni esponenti delle istituzioni sanitarie cattoliche