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Don Gnocchi

Un convegno in Cattolica dove fu assistente spirituale

Appuntamento venerdì 2 ottobre

di Filippo MAGNI

29 Settembre 2009

L’Università Cattolica ricorda don Gnocchi. In vista della beatificazione del sacerdote ambrosiano, l’ateneo milanese ha organizzato un convegno di studi dal titolo “Amiamo di un amore geloso il nostro tempo: don Gnocchi e il Novecento”. L’incontro si terrà venerdì 2 ottobre, a partire dalle 14.30, presso la cripta dell’aula magna di largo Gemelli 1 a Milano.
L’introduzione sarà affidata al rettore della Cattolica, professor Lorenzo Ornaghi, e al presidente della Fondazione don Carlo Gnocchi, monsignor Angelo Bazzari. Sono poi previsti gli interventi di Edoardo Bressan, storico presso l’Università di Macerata, Stefano Baia Curioni, docente dell’Università Commerciale Luigi Bocconi, e Daniele Bardelli, professore in Università Cattolica. La conclusione del dibattito sarà invece affidata all’assistente ecclesiastico generale dell’Ateneo del Sacro Cuore, monsignor Sergio Lanza. Saranno dunque presenti al convegno due “successori” di don Gnocchi: monsignor Bazzari, che ha ereditato da don Carlo la guida della Fondazione, e monsignor Lanza, assistente spirituale della Cattolica (anche don Gnocchi ricoprì il medesimo ruolo, per due anni a partire dal 1946).
«Nell’Università fondata da padre Gemelli – spiega il rettore Lorenzo Ornaghi -, don Carlo fu testimone di carità e fede negli anni del dopoguerra, quando, tornato dall’esperienza tragica del secondo conflitto mondiale, egli già era impegnato con ogni sua forza nel trovare la strada affinché diventasse realtà il sogno che aveva accarezzato in quasi ognuna delle dolorose, interminabili giornate della campagna e della ritirata di Russia: il sogno di una “grande opera di carità”». E aggiunge: «Nell’Università Cattolica il ricordo di don Carlo Gnocchi si fa oggi tanto vivo e luminoso, quanto lo fu negli anni in cui, nelle aule e nei chiostri bramanteschi, la fede di molti giovani fu sostenuta e alimentata dalla sua determinazione non solo ad amare il proprio tempo, ma anche – entrando “nel cuore della realtà”, come diceva padre Gemelli – a cambiare in meglio il mondo. Per tutti gli studenti – quelli di oggi, e quelli di domani – don Carlo è e resterà un modello di eroismo delle virtù».